Psicologia dello sport

Aspetti sociali, educativi e alta prestazione

Lo sport è per tutti!

La psicologia dello sport ha percorso molta strada dal primo convegno organizzato a Roma nel 1965. Senza addentrarsi nella sua storia, possiamo riassumere il suo contributo moderno in due aspetti principali: l’aspetto sociale, educativo, orientato all’integrazione e alla salute psico-fisica, e l’aspetto agonistico più improntato all’alta prestazione.

La dimensione sociale della psicologia dello sport

Molto del lavoro dello psicologo dello sport è dedicato allo sviluppo dell’attività sportiva a scopo di integrazione sociale e di benessere psico-fisico ad ampio spettro. Se è vero che la mente è sana in un corpo sano, possiamo altrettanto affermare che anche un corpo sano è favorito dalla sanità della mente: molte ricerche confermano che il movimento regolare aerobico incrementa le prestazioni cognitive, come attenzione e memoria di lavoro ad esempio, oppure che le capacità di rilassamento e concentrazione riducono la percezione del dolore.

Il benessere è dunque il risultato di aspetti sia corporei che mentali e tenere in allenamento entrambi porta un beneficio globale alla persona, che risulta essere più in salute rispetto a chi non pratica attività sportiva.
Oltre a ciò, sviluppa e favorisce le relazioni improntate ai valori di solidarietà e rispetto, contribuendo alla realizzazione del senso di comunità alla base della coesione sociale.

Per questo motivo lo psicologo interviene nella creazione di progetti che facilitino la partecipazione allo sport nei diversi settori della cittadinanza in ogni fase della vita, in special modo nelle fasce più deboli della popolazione.

High performance e mental coaching

Per quanto riguarda il settore agonistico invece, la psicologia dello sport si avvale di molti strumenti che incrementano la prestazione negli atleti ad alto livello.
Sin dai tempi delle prime Olimpiadi è stato chiaro che la condizione psicologica gioca un ruolo notevole nei risultati sportivi e i tempi moderni hanno portato a percorsi e tecniche avanzate per ottenerli. Ad esempio:
1. Imagery e tecniche visuo-motorie
2. Mental training
3. Goal setting
4. Gestione dello stress
5. Relazione allenatore-atleta-squadra
6. Sviluppo della concentrazione e attenzione
7. Biofeedback e HRV biofeedback
8. Analisi della motivazione

Percorso di crescita sportivo agonistico

Per mettere in campo un programma di mental coaching non si può prescindere dal porsi obiettivi di medio e lungo termine. La strada che porta allo sviluppo di un atleta di alto livello infatti, è costituita di fasi e tappe specifiche che devono essere percorse con consapevolezza e obiettivi definiti, basati sull’età e sulle caratteristiche individuali.
Tutto questo non avviene in una stagione e le abilità mentali dei giovani atleti sono in continuo mutamento: non esiste un protocollo uguale per tutti.
Pianificare un progetto in psicologia dello sport passa dunque dalla raccolta e dall’analisi delle caratteristiche dell’atleta e dell’ambiente dove svolge attività sportiva. Il passo successivo passa dalla definizione chiara e definita di obiettivi parziali e progressivi, sino al raggiungimento delle condizioni favorevoli la prestazione ottimale.

La cooperazione come moltiplicatore di efficacia

Un programma individualizzato di intervento in collaborazione con gli obiettivi dei tecnici, degli allenatori e delle società sportive, permette di acquisire competenze di:
• regolazione emotiva
• attivazione psicofisiologica
• incrementare la propria capacità di concentrazione e attenzione
• modulare la risposta allo stress
• corretta preparazione mentale in gara
• incrementare il controllo motorio
• la ripetitività del gesto atletico
Queste sono alcune delle abilità che possono fare la differenza negli esiti di una competizione.
Compito dello psicologo è quello di lavorare al fianco dell’atleta e dello staff per facilitare tali acquisizioni creando un ambiente favorevole e collaborativo.

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